Paralisi ostetriche

Paralisi ostetriche

Lesioni dei nervi delle braccia, degli avambracci e delle mani che, nella maggior parte dei casi, possono guarire con una riabilitazione precoce molto semplice.

CHE COSA SONO


Le lesioni ostetriche si verificano durante il parto. Le più gravi sono le paralisi ostetriche. Di modesta gravità sono invece le fratture della clavicola (più frequenti), le lussazioni della spalla e i distacchi epifisari dell'omero (più rari).
L'utilizzo del parto cesareo in situazioni difficili, ha ridotto la frequenza di queste lesioni.
A seguito di manovre traumatiche della spalla durante il parto, si possono verificare deficit neurologici delle braccia, degli avambracci e delle mani del neonato. Questi deficit sono dovuti a lesioni del plesso brachiale, vale a dire dell'insieme dei nervi che provvedono all'innervazione di una parte del torace, della spalla, del braccio e della mano.

Favoriscono le lesioni ostetriche la macrosomia fetale e il parto distocico. La macrosomia fetale si verifica quando il feto alla nascita pesa più di 4 chilogrammi. Il parto è distocico quando non avviene in modo naturale e richiede l'intervento dell'ostetrico che può ricorrere al forcipe, alla ventosa o al parto cesareo. Può dipendere da difficoltà dell'utero a contrarsi, da difficoltà nella dilatazione del canale del parto, da una conformazione del bacino che rende difficile la fuoriuscita del feto oppure da anomalie nella presentazione del feto come tipicamente la presentazione di podice.
Nella maggior parte dei casi il danno è dovuto a uno stiramento delle fibre nervose, raramente allo strappo o alla rottura completa di una o più radici nervose.

QUALI SONO LE CAUSE

COME SI MANIFESTANO


Si distinguono tre tipi di paralisi ostetriche in rapporto alle radici nervose interessate:

  • Tipo superiore (più frequente) causato da lesione delle della quinta e della sesta radice nervosa, in corrispondenza delle vertebre cervicali C5-C6;
  • Tipo inferiore (più raro) da lesione della settima e dell'ottava radice nervosa, in corrispondenza delle vertebre cervicali C7-C8 e della prima radice nervosa dorsale, in corrispondenza della vertebra dorsale D1;
  • Totali (molto rare) da lesione di tutte le radici nervose.

Il neonato si presenta con l'arto superiore inerte, disteso lungo il tronco e non reattivo agli stimoli.
Nelle paralisi ostetriche di tipo superiore (detta paralisi di Erb-Duchenne) il deficit interessa prevalentemente la spalla e il braccio che appare immobile sul piano del letto, avvicinato al corpo con il gomito esteso (atteggiato in adduzione); braccio e avambraccio sono ruotati verso l'interno (intrarotazione) di modo che il polso è flesso, il palmo della mano è volto verso l'alto e il dorso della mano verso il basso. Sono conservati i movimenti della mano e del polso.
Nella paralisi di tipo inferiore (detta paralisi di Dejerine-Klumpke) il deficit interessa soprattutto la mano. È difficoltosa la flessione del polso e delle dita ed è difficile aprire le dita a ventaglio (abduzione delle dita) mentre i movimenti della spalla sono conservati.
Nelle paralisi totali si sommano i sintomi delle paralisi di tipo superiore e delle paralisi di tipo inferiore.

È POSSIBILE RECUPERARE IL DANNO


La capacità di recupero varia a seconda della gravità del danno subìto e della precocità del trattamento riabilitativo che ha lo scopo di evitare deformità articolari provocate dalla persistenza di atteggiamenti viziati delle articolazioni.
Il trattamento riabilitativo deve essere immediato e giornaliero; i migliori risultati si ottengono nelle paralisi di tipo superiore.
Nella fase iniziale, nelle paralisi ostetriche di tipo superiore, è utile ancorare con una spilla di sicurezza l'arto superiore del bambino al cuscino del letto sul quale riposa in posizione supina (Figura sotto).

Nelle forme più gravi di paralisi completa è necessario un intervento chirurgico per ripristinare la continuità dei tronchi nervosi entro 4-8 mesi dalla nascita. Nelle forme non trattate e che durano da tempo, braccio e avambraccio (l'arto superiore) assumono un atteggiamento fisso in flessione e avvicinato al corpo. In questi casi si eseguono interventi di trasposizione muscolotendinea per sopperire ai muscoli deficitari. Più rari sono gli interventi sulle ossa (osteotomia dell'omero) per ruotare all'esterno il braccio.

a cura di: Pier Francesco Costici, Rosa Russo - Unità Operativa di Ortopedia
Illustrazioni di: Sara Suraci
In collaborazione con: Bambino Gesù Istituto per la salute



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